Rezza: “L’Rt continua a salire, così non riapriremo le scuole”. I vaccini non previsti per i bambini

L’Altems, Alta scuola di economia della Cattolica : “Morti raddoppiate negli ultimi due mesi”

A poche ore dal tanto atteso Dpcm sulle feste natalizie, Rezza ribadisce: “L’Rt e il numero di nuovi casi positivi tendono a non scendere più, a differenza di quello che abbiamo visto nelle scorse settimane. Il dato dei decessi è ancora molto alto e siamo sopra la soglia per quanto riguarda i posti letto in area medica e terapia intensiva. Inoltre non mi sembra che stiano più scendendo incidenza ed Rt. Ci sarà un incontro della Cabina di regia e dunque non mi sento ancora di anticipare i dati. Ma è chiaro che di fronte a questa situazione occorre estrema prudenza, poi le misure specifiche le decide la politica”.

Torna poi sui più piccoli. In una prima fase almeno “non è prevista alcuna vaccinazione per i bambini“. Lo afferma Gianni Rezza, direttore generale della Prevenzione del ministero della Salute, durante una sessione della 15esima edizione del Forum Risk Management in Sanità. Le dosi di vaccino saranno limitate e quindi “si darà priorità ai soggetti più fragili”. E allerta anche sulla riapertura delle scuole il 7 gennaio, a rischio se la curva non scende in modo significativo.

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E continua. “È logico che nel periodo delle feste ci si voglia ricongiungere con i propri cari, ma è anche normale che in questo periodo pandemico si usino tutte le precauzioni per proteggere soprattutto i più anziani”, ha concluso.

Intanto l’allarme per i morti che non accennano davvero a diminuire cresce. Come registra la 33esima puntata dell’Instant Report Covid-19 dell’Alta Scuola di Economia e management dei sistemi sanitari dell’Università Cattolica (Altems), ” La mortalità per Covid in Italia è più che raddoppiata negli ultimi due mesi (17 ottobre – 15 dicembre), passando da 14,53 per 100mila abitanti a 33,40 per 100mila abitanti”.

E continua: “Il valore dell’ultimo mese supera il valore soglia individuato, ossia al valore massimo che questa dimensione epidemiologica ha assunto in Italia nei 30 giorni tra il 19 marzo ed il 17 aprile 2020 (32 per 100.000 abitanti)”, sottolinea il report. “Ci approssimiamo alle festività natalizie con una situazione che merita attenzione da parte di tutti, da parte delle istituzioni e dei cittadini – evidenziano i curatori del report – Anche se nella maggior parte delle Regioni il contagio cresce a ritmi inferiori rispetto al mese di novembre, il contagio non si è ‘raffreddato’, soprattutto in alcune Regioni, come il Veneto. La curva della mortalità non scende come ci sarebbe aspettati per via della continua crescita dell’età media dei contagiati e per la mancanza di modelli (e strumenti) omogenei di gestione dei malati Covid a domicilio, nonostante le linee di indirizzo del ministero della Salute”.

L’analisi riguarda tutte le 21 Regioni e Province Autonome con un focus dedicato alle Regioni in cui è stato maggiore il contagio (Lombardia, Piemonte, Veneto, Emilia-Romagna, Marche e Lazio). Il gruppo di lavoro dell’Università Cattolica, è coordinato da Americo Cicchetti, professore ordinario di Organizzazione Aziendale presso la Facoltà di Economia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore con l’advisorship scientifica di Gianfranco Damiani e di Maria Lucia Specchia del dipartimento di Scienze della Vita e Sanità Pubblica.

Fonte: Repubblica