Solo qualche mese fa il CGD dichiarava:
Chiediamo che l’impegno sulla scuola e sulla educazione sia posto al centro del piano di investimenti per il superamento della crisi. In Italia la spesa pubblica per l’istruzione è tra le più basse d’Europa. E siamo agli ultimi posti in Europa per numero di laureati, tasso di abbandono scolastico e competenze acquisite.
Servono scelte coraggiose per ripartire dall’investimento sul capitale umano, sul diritto allo studio e sull’educazione.
Chiediamo che sia destinata a questa finalità il 15% del totale degli investimenti, per attestarsi gradualmente sullo standard europeo di un investimento in educazione del 4,5-5% sul PIL. Un investimento straordinario per dotare le scuole delle risorse necessarie, migliorare la qualità dell’istruzione rendendola più equa e incisiva, contrastare la povertà educativa e la dispersione scolastica. Un impegno da non considerare come una spesa a fondo perduto, ma un investimento per promuovere lo sviluppo e il benessere sociale ed economico delle generazioni presenti e future. E’ l’investimento sulla più importante infrastruttura del Paese, e come tale va considerato.
Invece apprendiamo che la spesa per l’istruzione passa dal 4% del Pil nel 2020 al 3,5% nel 2025!
Emerge anche che, fermi restando tutti gli altri parametri, tra l’anno scolastico 2019/2020 e l’anno scolastico 2022/2023, il numero di alunni interessati alla scuola primaria diminuirà di circa 200 mila unità e di circa 139 mila unità quello della scuola dell’infanzia.
Tutto ciò significa che la contrazione della popolazione scolastica, conseguente al calo demografico, viene
colta come una mera occasione di risparmio e non viene assunta come occasione di investimento per
migliorare strutturalmente la qualità del sistema, portando la spesa media per alunno a valori comparabili con quelli della Francia e della Germania. Obiettivo da perseguire non per una velleità imitativa ma per
contrastare il fenomeno del calo demografico qualificando e generalizzando i servizi per la prima infanzia; per ridurre le disuguaglianze territoriali legate alle differenti capacità di spesa delle diverse realtà locali; per
combattere la povertà educativa minorile e ridurre il fenomeno della dispersione scolastica e formativa. Più in generale, per realizzare istituzioni scolastiche accoglienti, ecologiche, dotate di spazi educativi adeguati
qualitativamente e quantitativamente; per dotarle delle attrezzature, delle tecnologie e delle risorse
necessarie affinché il personale, numericamente e professionalmente adeguato, sia in condizione di garantire
a ciascuno il successo formativo, come richiesto dall’articolo 3 della nostra Costituzione.
Durante tutta la crisi del periodo pandemico si proclamava una rinnovata attenzione per le giovani generazioni, la loro formazione, il loro futuro: ancora una volta slogan privi di ogni reale volontà di cambiamento.
CAMBIAMO ROTTA!
Coordinamento Genitori Democratici Nazionale