Tutto è iniziato con l’ingresso alle scuole medie. Fino a ieri vostro figlio era un bambino angelico, e ora di colpo è pronto a darvi battaglia su tutto, pensa solo a divertirsi e vive di emozioni intense e improvvise, come sulle montagne russe. Lo tsunami che vi sta travolgendo si chiama preadolescenza, e sappiate fin da subito che non c’è cura; ma un segreto per sopravvivere, sì: capire cosa sta succedendo in un cervello in piena evoluzione, che funziona in modo diverso rispetto a quello di un adulto. Infatti è proprio tra i 12 e i 20 anni, in questa fascia d’età, che ogni persona può, o meglio deve agire, per rendere competente il proprio cervello su funzioni cognitive complesse. Funzioni che vengono fortificate anche in quella che Pellai definisce “palestra” di apprendimento, ovvero la scuola.

In tutto questo non dobbiamo dimenticare il ruolo fondamentale dei genitori che, in un’era come quella che stiamo vivendo, spesso si sentono spaventati dalle prospettive che il futuro talvolta sembra far presagire. “I genitori spaventati – afferma Pellai – sono “spaventanti”, quindi lo sforzo, con i nostri figli, è quello di essere più accoglienti, più pazienti e più stabili possibile. La preadolescenza è l’età dello tsunami; un’età in cui prevalgono i superlativi, sia in positivo che in negativo; un’età potente con tante trasformazioni. Ecco che il ruolo del genitore può essere paragonato al ruolo che ha un comandante di un aereo che viaggia durante una turbolenza. Un genitore deve dunque essere sempre al fianco del proprio figlio, monitorandone il progetto scolastico, incentivando le relazioni con gli altri e osservando chi è il proprio figlio anche durante il suo tempo libero. Da queste azioni potrà trarre importanti indicazioni per mettersi in gioco nelle sfide educative che gli permetteranno di essere un riferimento credibile, stabile e competente nei confronti del proprio figlio.

Di tutto questo e di tanto altro si parlerà questa sera alle ore 21, presso la chiesa Regina Pacis in via 9 gennaio 1950 n.135 a Modena, con il dottor Alberto Pellai, medico, psicoterapeuta, ricercatore e scrittore, in un incontro dal titolo “Siamo d’avvero connessi con i nostri adolescenti?”